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FRANCESCO BO detto CICHININ
FRANCESCO BO detto CICHININ
Cossano Belbo 29/8/1875 - 13/12/1957
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Bo Pietro Francesco Michele detto “Cichinin” nasce a Cossano Belbo il 29 agosto 1875 da Carlo di Pietro, fabbro ferraio e da Balbo Giovannina di Francesco, casalinga in Via Maestra n. 21, attualmente Piazza Francesco Bo. La famiglia BO apparteneva al ramo dei BO del concentrico, per distinguerla da quelli dello Scorrone e il pittore era cugino primo di Bo Giovanni (Bo Cit) impresario edile, sotto la cui guida venne edificata negli anni 1930-1945 la chiesa parrocchiale di S.Giovanni Battista. Cichinin ha sempre abitato nella cosiddetta “casa dell'ECA”, ora abbattuta, di proprietà delle sorelle Barbero, Carolina e Ginetta. Quest’ultima lavorava in qualità di persona di servizio presso una certa signora Pisano, vedova di un capitano dell’esercito, abitante a Genova che però in estate passava alcuni mesi a Cossano presso le sorelle Barbero, per accudire anche ad una cascina di cui era titolare in regione Borgo. Fu questa signora che comprese per prima l’intelligenza e la naturale predisposizione alla pittura del ragazzo, tanto che provvide a portarselo a Genova impartendogli le prime lezioni di cultura generale in modo da avviarlo alla letteratura e al disegno, mettendogli a sua disposizione i classici e un insegnante. Sovente lo portava nei suoi viaggi a Firenze e a Roma per fargli ammirare monumenti e musei e di questo periodo Cichinin se ne ricorderà sempre anche in futuro, parlandone con viva ammirazione. Nei confronti della Signora Pisano, il pittore dimostrò sempre una venerazione ed un rispetto immenso. Per guadagnarsi da vivere, incominciò ad eseguire lavori in qualità di imbianchino e di decoratore, operando in tutta la Valle Belbo e in altre frange dell’Albese (Mango, Castagnole Lanze, Neive). Veniva sovente richiesto ad eseguire ex-voto che gli venivano pagati e alcuni di questi si trovano ancora nella chiesa santuario Madonna della Rovere.Dipinge quadri con una furia sovrumana, lavora instancabilmente e si forma con gl’insegnamenti dei pittori Rizzola e Olindo di Canelli. Muoiono Carolina Barbero e la signora Pisano, Cichinin vive con Ginetta, la quale lascia per testamento le seguenti volontà: al pittore toccherà la casa fino alla sua morte, dopo di che tutto dovrà essere elargito ai poveri e sarà proprio dopo la sua scomparsa che la casa in Via Maestra 21 passerà al Comune di Cossano Belbo. Nella vecchiaia il pittore soffrirà di malattie mentali (mania di persecuzione, depressioni continue) e sovente si farà curare nel nosocomio di Racconigi e dove sarà ricoverato definitivamente il 16 marzo 1956, pur facendo ancora brevi apparizioni a Cossano, dove morirà l’anno dopo il 13 dicembre 1957, nella casa natale, assistito dalla famiglia DRELLO. L’opera lasciata da Cichinin è veramente notevole: innumerevoli quadri, pitture murali in Cossano Belbo, Castagnole delle Lanze, Rocchetta Belbo, Lequio, Niella Belbo, decorò varie chiese e cappelle votive (chiesa dei battuti in Cossano, S.Bovo, S.Libera, S.Pietro e molte case private) decine e decine di ex-voto. Attualmente, purtroppo, a parte i quadri, reperibili presso privati, della sua opera rimane ben poco. Cichinin fu, in vita, anche un apprezzato autore e dicitore di poesie d’occasione. Ne compose moltissime: anniversari, motivi politici come le elezioni comunali, nozze, compleanni di persone a lui vicine e memorabile quella per i cento anni del cossanese Vincenzo Tosa. I versi nascevano di notte durante le sue frequentissime crisi d’insonnia e al mattino si recava dall’insegnante Romana Drello per chiederne il parere sulla loro validità. Purtroppo queste poesie d’occasione sono andare perse. Cichinin visse quasi sempre appartato, non si sposò, ebbe, finché visse, in Ginetta Barbero una sorella e una madre, si occupò, unico suo impegno civile e sociale, della Società di Mutuo Soccorso che aveva la sua sede in Via Don Luigi Perrone, in qualità di socio direttivo della stessa. Fu un uomo religioso, ma laico. Il suo Dio era al di fuori e al di sopra di tutti, anche del clero con il quale ebbe sempre motivi di contrasto. Il suo testamento datato 9 giugno 1955, è la prova più valida di quell’onestà e dirittura morale che l’accompagnò per tutta la sua esistenza: erede universale viene nominato l’Ente Comunale di Assistenza che deve provvedere a disporre dei beni del pittore in questo modo: lire centomila al fratello Giovanni residente a Torino; lire centomila all’Asilo Infantile Cresta di Cossano Belbo; lire trentamila al Parroco per la chiesa parrocchiale; lire ventimila al santuario Madonna della Rovere; lire cinquantamila e gli indumenti nonché le altre cose personali alla signorina che aiutò per diversi anni il pittore e le sorelle Barbero nelle faccende di casa; il funerale di seconda classe e la salma dovrà essere tumulata nella tomba delle sorelle Barbero “essendovi ancora un loculo disponibile per me”, e il documento termina con le parole, riferendosi alle sorelle Barbero e ai legati precedenti che (gli stessi): “sono nella mia intenzione di considerarsi come atto di suffragio alle anime loro”. Il testamento di Cichinin è esposto “incorniciato” alla parete della Sala consigliare del Municipio di Cossano Belbo. In onore di Tosa Vincenzo che compie 100 anni A custa schiera tuta quanta festa granda e a Centu nostr amis senti sì Cichinin c’ai canta la cansun del nostr pais. Salve Centu centenari cust bel dì u l’è rivà a l’è in dì straordinari ca sarà mai desmentià. A dì sent ani a l’è na parola ma a rivede ai va da fé ti che tsei nen ed pasta frola tsei rivaie vulenté atturniaà da la famija da j amis e dai parent festegiuma an t l’alegria cust grandius aveniment. Ant na vita faticusa dal travaj e dai pensé la tua fibra prusperusa a l’à mai lassate andré cume la quercia resistenta ca patis né al caud né al freid anche an mesa a la tormenta ti t’ai sempre tnì ben reid. Cume el suld° s’un camp d’bataia cun curage e cun amur Centu a sfida la mitraia cumbatend cun gran valur e ti cume j’alpinista dla montagna scalatur an sla vetta d’la conquista t’as piantà el bel Triculur e d’acant la Bandiera ca l’è basà dal sul e dal vent d’pudei aussé la testa fiera cun el to coeur propi cuntent e an t’la gara d’l’esistensa fra i tanti curidur con la tua gran resistenza t’es ti sul el vincitur. Oh Cussan esulta pura perché ancheui ti tlas rasun d’canté gloria bela e pura del to fort e bon campion cun la fede e cun la scienza ringrassiuma con tut el coeur la divina Providensa ed cust bel e grand buneur e nui autri che il cel veduta cusì fresch e cusì bel dal Signor per tì invucuma i pi bei favur del Ciel. Eviva Centu! Nui griduma ca cumpis sen ani ancheui finch c’ai suma nui brinduma prima a Centu, poei ai so fieui. Per calmé i fum a la testa ca l’à fame aun^ el vin bun dop a custa bela festa fuma d’cò in po’ ‘d riflessium. Ca sia fede e la custansa c’an susten nui autri ancheui con an el coeur na speransa quand che i digruma saré j oeui. Stuma an pas e ntla concordia confiduma ant el Signor e ant la sua misericordia per nui povri peccatur. La speransa a l’è cula cosa che a perdruma cun el fià sarà cert na bela cosa se sgruma rassegnà. Ma Sanpé ca l’è in sant brau per iutene an cul ambroeui chiel cara l’à an man le ciau a farà finta ‘d saré i oeui a pena entrà che nui saruma ant la gloria del Paradis quanta gioia ca pruvruma cun i parent e cun ij amis e na vita bela e santa per nui autri cumensrà perché a dura tuta quanta per l’immensa Eternità. (Cichinin el Pitur – Cussan Belb, 27 gené 1953) Il Comune di COSSANO BELBO ha intitolato una piazza a Francesco Bo "CICHININ", quella detta impropriamente "Piazza del Comune" anche sel il vecchio palazzo comunale aveva la sua facciata principale su Corso Fratelli Negro. E' una piazza in discesa che porta verso le scuole e verso la parte più antica di Cossano.
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